Convegno 2022
I primi eventi in programma prevedevano il convegno e la retrospettiva, che si sono svolti dal 9 al 16 maggio 2022 e si sono concentrati sulla città di Trieste. Questo strategico crocevia nella lotta per il confine dell'Alto Adriatico è stato segnato dai rapporti problematici tra gli alleati d’Oriente e d’Occidente e dalla retorica della Guerra Fredda.
Lavori inediti e oggi spesso introvabili sono stati presentati al pubblico in una settimana in cui sono alternati interventi di importanti studiosi di cinema e di storia, nel quadro di una programmazione curata dal Kinoatelje, La Cappella Underground e Slovenska kinoteka in collaborazione con il progetto europeo CBA TRIESTE - Cinematographic Battle for the Adriatic: Films, Borders and the Trieste Crisis (H2020 MSCA - Università Ca' Foscari di Venezia) di Dunja Jelenković.
Il progetto muove i suoi primi passi a partire dall'idea di una retrospettiva cinematografica dedicata al confine tra Italia e Jugoslavia nel periodo 1945-1954 che in epoche successive e fino ad oggi. Ai film, ai cinegiornali e ai documentari fin da subito si decide di associare le riflessioni di alcuni affermati storici, sociologi e critici cinematografici. Da qui le tre diverse sezioni del convegno che si e tenuto dal 9 al 16 maggio a Lubiana (Slovenska kinoteka), Nova Gorica (Kulturni dom), Gorizia (Palazzo del Cinema) e Trieste (Cinema Ariston) con la partecipazione di Raoul Pupo, Jože Pirjevec, Kaja Širok, Štefan Čok, Katia Pizzi, Lorenzo Codelli, Gian Piero Brunetta, Paolo Caneppele, Alessandro Cuk e altri ospiti che sono stati chiamati a portare il loro contributo per approfondire il percorso cinematografico in sala.
Tra i selezionati lungometraggi realizzati nel primo Dopoguerra sono stati proiettati, tra gli altri, "Trieste" (Trst, 1951) e "Sulla nostra terra" (Na svoji zemlji, 1948) di France Štiglic, "Cuori senza frontiere" di Luigi Zampa, "La città dolente" di Mario Bonnard e classici mondiali come "Il terzo uomo" (The Third Man), film di Carol Reed del 1949 ambientato nel dopoguerra in una Vienna divisa in quattro zone alleate, uno dei pamphlet storico-politici più discussi e riconoscibili del noir.
Nel presentare il programma nel suo complesso Mateja Zorn, responsabile della programmazione del Kinoatelje, ha posto l'attenzione in particolare sulla veicolazione di un patrimonio audiovisivo e culturale capace di dialogare con un pubblico non solo locale ma soprattutto internazionale, in vista di una retrospettiva che si terrà in diverse città dell'Unione Europea nel 2025. Materiali che invitano a riflettere su “una storia che si ripete, importante e sempre attuale, in un contesto in cui riemergono pericolosamente tematiche da Guerra fredda che si credevano superate”. Un progetto dalle molteplici implicazioni che non sarebbe stato possibile senza il fondamentale sostegno della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia.
Igor Prassel della Slovenska Kinoteka, ha presentato il programma di eventi che si terranno a maggio a Lubiana, sottolineando l'importanza di pellicole come "Trst", lavoro di uno dei più importanti registi sloveni girato a Fiume (perchè all'epoca non si poteva farlo nel capoluogo giuliano) ma anche di altri film contemporanei che parlano del periodo '45-'54.
Il critico cinematografico Lorenzo Codelli ha messo in luce il fascino di una Trieste del Dopoguerra, una “città di spie” set per diversi film, fra i quali anche Il terzo uomo e universo da riscoprire attraverso materiali di archivio internazionali da rimettere in circolazione.
Chiara Barbo (Cappella Underground) si è soffermata sul programma a Trieste dove è stata organizzata una passeggiata cinematografica sui luoghi che hanno visto la città come fulcro delle attività del Governo militare alleato. Ci si focalizzerà sui film girati in città per far conoscere la vita in quegli anni a un pubblico più ampio ma anche sull'aspetto letterario di Trieste.
Dunja Jelenković ha presentato il suo progetto CBA TRIESTE - Cinematographic Battle for the Adriatic: Films, Borders and the Trieste Crisis (H2020 MSCA - Università Ca' Foscari di Venezia) che verrà corredato da un database dove verranno raccolte informazioni non solo sui film, ma anche su documenti, foto e altri materiali d'archivio che emergeranno dalla sua ricerca.
Il critico Alessando Cuk in chiusura ha aggiunto che questa è la prima volta che si lavora in maniera organica sul cinema di frontiera di diverse nazionalità. Un patrimonio da esportare a livello nazionale e internazionale per far conoscere quanto è stato prodotto nel territorio nel corso del tempo.
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