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Il restauro e la digitalizzazione del film "La battaglia dall’Astico al Piave"

23.12.2023
Vintage photo of two Italian soldiers. The soldier on the left is standing in a basket and listening attentively to a message on the radio. The soldier next to him looks intently at the wooden box.

L'intervento di Simone Venturini nell'ambito del convegno Oriente/Occidente – La frontiera nel cinema e nella storia si è focalizzato sul restauro del film La battaglia dall'Astico al Piave e sulla questione di come comprendere le fonti cinematografiche oggi digitalizzate, restaurate e pubblicate. Queste, sono infatti il ​​risultato di interventi tecnici e culturali che trasformano il materiale cinematografico e lo rendono fruibile al pubblico. D’altro canto, è purtroppo inevitabile che questi interventi lo modifichino rispetto all’originale materiale d’archivio.

Il film documentario La battaglia dall’Astico al Piave, realizzato dal Regio esercito italiano nel 1918, è un resoconto illuminante delle condizioni strazianti sul fronte italiano durante la campagna che segnò la caduta dell’Impero austro-ungarico. Il documentario testimonia, in particolare, gli eventi accaduti tra il 14 e il 30 giugno 1918 che decisero l’esito della seconda battaglia sul Piave. Tra i vari momenti filmati, possiamo trovare il volo su Vienna guidato da Gabriele D’Annunzio, la resa degli Austro-Ungarici e l'annuncio della vittoria da parte del generale Armando Diaz.

Il film, parte del fondo Simonelli costudito dal Kinoatelje, è stato l’oggetto di un complesso progetto di ricostruzione affidata al Dipartimento di Studi Umanistici e del Patrimonio Culturale dell’Università di Udine, guidato da Simone Venturini e Gianandrea Sasso. Per la ricostruzione filologica, il gruppo di lavoro si è avvalso di un'ampia gamma di materiali custoditi in numerosi archivi. Al progetto hanno aderito, oltre al Kinoatelje, anche l’Archivio Storico LUCE, la Cineteca del Friuli, la Cineteca di Milano, Lobser Films e il Museo Nazionale del Cinema Italiano.

Il progetto ambiva a ricostruire l'edizione italiana del 1918, proiettata nei cinema e nei teatri italiani dal luglio dello stesso anno. Va notato, che del film esistono quattro versioni: oltre a quella italiana, ne sono documentate anche una francese dell’agosto 1918, la persa versione scozzese ridotta di circa la metà del 1918, e una riedizione italiana del 1927.

Il processo di restauro del film è stato interdisciplinare. Gli specialisti hanno utilizzato molte fonti non filmiche. Tra essi vi sono, ad esempio, bollettini (la Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia) e riviste ("The Bioscope", "Kinema", "Il Mattino Illustrato", "Giornale del Mattino" e "Il Resto del Carlino"), che avanzano un resoconto della proiezione del film tra il 1918 e il 1933 in vari luoghi e città. Di particolare rilievo è stato anche l’ausilio dei documenti provenienti da archivi e musei militari, libri, diari (come i diari del capitano Maurizio Rava e del tenente Luigi Marzocchi), nonché le fotografie degli eventi bellici, scattate dai fotografi del Regio Esercito italiano sul campo.

L'approccio al restauro della pellicola è stato di natura conservativa, il che vuol dire, che sono stati rimossi i graffi della pellicola e corretti gli errori di copiatura, mentre d'altro canto, sono stati intenzionalmente preservati i "difetti" come anomalie che erano impresse sulla pellicola al momento della sua proiezione. Riguardo al colore, parte estremamente importante del film, il gruppo di esperti si è affidato alla diagnosi del pigmento presente e allo studio dei cataloghi dell'epoca.

In futuro, il gruppo di lavoro guidato da Simone Venturini intende rendere liberamente accessibile al pubblico sia il film che il materiale nascosto legato ad esso. Il desiderio è quindi di realizzare presto un'edizione ampliata sotto forma di piattaforma interattiva con il nome di Diario di battaglia, titolo che indica anche il lato/l’analisi scientifica della battaglia, che è la base e il motore del progetto.

Simone Venturini è professore ordinario presso l'Università di Udine dove insegna Preservazione e valorizzazione del patrimonio cinematografico presso il Dipartimento di Studi Umanistici e del Patrimonio Culturale. La sua ricerca si concentra principalmente sulla preservazione e il restauro del film, sulla filologia, sullo studio storico-culturale, tecnologico ed economico della cinematografia. Venturini coordina e partecipa a numerosi programmi di ricerca e dirige la collana professionale Plexus.

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