Saluto inaugurale per la retrospettiva: Stojan Pelko e Vlado Škafar

Discorso di Stojan Pelko
Cari amici!

Siamo ormai nel pieno del nostro anno di Capitale europea della cultura, e credo sia il momento giusto per guardare al nostro percorso e mettere a confronto le diverse discipline e le tante sezioni del programma. Mi sento di poter dire che Cinecittà, come abbiamo chiamato il nostro insieme di progetti cinematografici, audiovisivi e di animazione, è tra quelle realtà che stanno producendo risultati tangibili sia qui da noi che oltre i nostri confini. E quando dico “qui da noi”, non mi riferisco solo al Goriziano o alla Slovenia, ma all’Europa intera.
Non a caso, proprio recentemente, a Villa Vipolže, ho potuto accogliere gli ospiti con queste parole: “Benvenuti in una regione dove si incontrano vincitori dell’Accademia europea del cinema, della Palma d’Oro, della Tigre di Rotterdam, candidati agli Oscar e vincitori del César.” La nostra ospite lettone ha completato il quadro con un Oscar effettivamente vinto, quello per il miglior lungometraggio d’animazione.
Perché inizio da qui? Perché la retrospettiva Oriente / Occidente, che sta per avviarsi, è l’esempio perfetto di quanto sia importante operare contemporaneamente a livello locale e globale per raggiungere qualità e successo. Senza le competenze preziose delle cineteche, delle università, delle riviste specializzate e di tutti gli storici e professionisti del cinema del nostro territorio, non avremmo potuto creare una selezione di film così interessante; ma, al tempo stesso, senza il supporto della Capitale Europea della Cultura, della nostra rete diplomatica in Europa e della collaborazione con le principali istituzioni cinematografiche europee, questa selezione non avrebbe potuto viaggiare così lontano e con tanta ambizione.
Oggi sappiamo che il viaggio della nostra retrospettiva non si fermerà alle grandi città italiane o alle capitali vicine: ci porterà anche a Vienna e Berlino, a Belgrado e Pristina, e con buone probabilità anche a Bruxelles e Parigi.
A differenza di tante retrospettive nazionali a scopo promozionale, qui si tratta di una selezione costruita con molta attenzione, che attraversa generi e periodi molto vari: da lungometraggi di finzione a cinegiornali, da documentari d’archivio a film d’animazione contemporanei.
E potrà anche capitare che, durante una di queste tappe europee, la nostra retrospettiva si imbatta, tra i film che incrocerà, in qualche suo connazionale, come Kaj ti je, deklica? (Little Trouble Girls) di Urška Djukić o Navadna hruška (Common Pear) di Gregor Božič, oppure Hotel Alkohol di Jan Cvitkovič, o ancora il film di Damjan Kozole dedicato al gruppo d’avanguardia OHO.
Perché è importante ricordarlo?
Perché con Cinecittà abbiamo già saputo rispondere a una domanda fondamentale che ci accompagna fin dai preparativi della Capitale europea della cultura: quale sarà l’eredità che ci lasceremo dietro?
Poiché il processo di creazione cinematografica richiede almeno tre o cinque anni, è necessario concepirlo fin dall’inizio con lo sguardo rivolto al futuro — proprio come ci si aspetta dai progetti più seri di una Capitale europea della cultura: devono sapersi collocare nel tempo e immaginare il domani — per sé e per il mondo.
Ed è con questa visione, come sapete, che abbiamo suddiviso la nostra Cinecittà in quelli che possiamo definire, a tutti gli effetti, “quartieri”:
- il primo è dedicato alla scrittura di sceneggiature di qualità,
- il secondo invita i produttori a girare qua da noi,
- il terzo porta i film in viaggio nella nostra regione, creando legami tra luoghi, contenuti e spettatori,
- il quarto rafforza i rapporti tra gli autori di film d’animazione dell’Europa centrale,
- il quinto collega le migliori esperienze di festival e cinema d’essai dei nostri due Paesi,
- mentre quello di oggi porta il meglio di tutto ciò che abbiamo in giro per l’Europa.
Tutto questo dimostra che il cinema rimane una delle arti più complesse del nostro tempo — e testimonia il nostro impegno ad affrontare anche le sfide più ambiziose senza timore.
Per questo siamo felici di celebrare la Giornata della Vittoria con un film, il documentario Ne pozabi me di Anja Medved.
Ci fa anche molto piacere che proprio questo venerdì gli scatti di Gregor Božič escano dal solo contesto cinematografico per essere riconosciuti come vere e proprie opere d’arte visiva di prim’ordine, venendo esposti presso la Galleria di Belle Arti della Carinzia a Slovenj Gradec.
E ci rallegra che, ovunque in questi giorni si parli con entusiasmo del film di Urška Djukić, ci si ricordi che anche Cividale del Friuli è parte integrante della nostra regione transfrontaliera della Capitale europea della cultura.
Pertanto, quando mandiamo i nostri film e i loro autori e autrici verso Oriente e Occidente, non stiamo soltanto evocando con nostalgia un tempo in cui il cinema era “più grande della vita” — stiamo anche comunicando che, qui da noi, il cinema è ancora pienamente vivo: capace di spostare confini, creare lavoro, aprire gli occhi, denunciare le ingiustizie e accendere la speranza.
Desidero ringraziare in modo particolare tutto il team di Kinoatelje — Mateja, Nadina, Patricija — e il collega Vlado Škafar per la cura con cui seguono ogni progetto cinematografico. E, in questa occasione, anche la rete diplomatica del Ministero degli Affari Esteri ed Europei della Slovenia, che ha riconosciuto nel cinema un alleato straordinario per la promozione della Capitale europea della cultura.
Buon viaggio!
Stojan Pelko
RETROSPETTIVA ORIENTE / OCCIDENTE: alcune considerazioni

La retrospettiva internazionale Oriente / Occidente – La frontiera nel cinema e nella storia è uno dei capisaldi del programma cinematografico di GO! 2025, e riflette pienamente numerosi aspetti su cui è fondata l’idea di una Gorizia senza confini, una Gorizia transfrontaliera crocevia di culture.
Questo progetto ha preso forma nell’arco di diversi anni, consolidandosi e approfondendosi grazie ai numerosi simposi annuali che ne hanno scandito l’evoluzione, coinvolgendo istituzioni cinematografiche e culturali, insieme a esperti provenienti da Slovenia, Italia e altre parti dell’Europa. A ben vedere, si potrebbe dire che questa retrospettiva sia cresciuta nel corso di diversi decenni, in un certo senso fin dal 1977, quando Darko Bratina e i suoi compagni fondarono il Kinoatelje, dando vita alla cultura cinematografica a Gorizia e oltre, alimentata dalla passione pionieristica di Sandro Scandolara, Silvano Furlan, Jože Dolmark, Nadja Velušček e di molti altri che hanno seguito le loro orme. Da questo punto di vista, la retrospettiva rappresenta anche uno degli esiti più preziosi di questo ricco patrimonio condiviso.
Ma è anche un progetto destinato a varcare i confini temporali e geografici di GO! 2025 e a proseguire il proprio cammino non solo nel Goriziano, ma in tutta Europa: la retrospettiva, infatti, inizia già questo mese il suo ricco percorso europeo, e sono fortemente convinto che il suo viaggio non si concluderà con la fine della Capitale Europea della Cultura, ma proseguirà ben oltre. Per questo motivo si colloca saldamente tra quei progetti che non potranno che lasciare un segno vivo e duraturo tra le eredità di GO! 2025.
Vlado Škafar, curatore del programma cinematografico di GO! 2025
Annunci/
L’arte cinematografica come strumento per superare i confini
09. 04. 2025Alcuni confini sono visibili, altri invisibili. Alcuni dividono, altri uniscono. La regione di confine tra Slovenia e Italia è stata per secoli teatro di intrecci culturali, svolte storiche e destini umani. Possiamo guardare la storia attraverso il cinema e comprenderla attraverso l’arte? Kinoatelje ha il piacere di presentare Oriente Vzhod/Occidente Zahod – La frontiera nel cinema e nella storia, all'interno del programma ufficiale della Capitale Europea della Cultura 2025 a Nova Gorica e Gorizia. La retrospettiva si propone di indagare la storia della regione di confine tra Slovenia e Italia, attraverso una ricca selezione di film realizzati dal secondo dopoguerra ai giorni nostri, per riflettere sul significato della convivenza su una linea di frattura tra popoli, ideologie e mutamenti storici.
Superare i confini attraverso il cinema – Andrej Šprah
09. 04. 2025I club cinematografici giocano un ruolo fondamentale nella formazione delle pratiche cinematografiche, delle culture e delle politiche, poiché sono spazi per discussioni intense in cui nascono nuove idee. Questi club spesso si evolvono in istituzioni, sebbene l’istituzionalizzazione non sia sempre necessaria.
Il ruolo del cinema nel connettere le comunità – Sergio Grmek Germani
09. 04. 2025Grmek Germani evidenzia l’importanza delle pratiche cinematografiche transfrontaliere, in particolare nella regione goriziana, e affronta i fraintendimenti persistenti tra Slovenia e Italia. Crede che la strada del successo risieda nell’apertura, nell’autenticità e nella sensibilità nel lavoro, e che i film che si concentrano sulle realtà locali diventino universali.