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Come è nato il video saggio Lungo il bordo della storia?

31.01.2024
Poster z naslovom: \'Na robu zgodovine,\' v ozadju napisa je fotografija bodeče žice.

L’associazione Kinoatelje con il progetto pluriennale ORIENTE / OCCIDENTE – La frontiera nel cinema e nella storia sta riportando alla luce, attraverso le immagini in movimento, ciò che è stata la vita sul confine italo-sloveno. Una delle componenti più importanti del progetto è la formazione dei più giovani sugli argomenti di carattere storico e sul cinema. Ecco, quindi, che il Kinoatelje ha deciso di investire le sue risorse e i suoi sforzi in un workshop dedicato alla classe 5ALS dell’I.S.I.S.S. Gabriele D’Annunzio di Gorizia. Il progetto si è concluso con la realizzazione di un video sul confine orientale italiano. Il tutto è stato fatto per dare la possibilità agli studenti coinvolti di trattare un periodo storico poco toccato dai programmi di studio e per avvicinare i ragazzi al mondo del cinema amatoriale e del riuso delle immagini d’archivio. L'importanza del workshop è stata riconosciuta anche dal partner del progetto -  l'Archivio storico Istituto Luce cha ha pubblicato sul loro sito web un articolo approfondito sul svolgimento del workshop preparato dai due mentori.

Il workshop si è quindi configurato su due livelli che puntavano a soddisfare due esigenze diverse. La prima esigenza era ovviamente di carattere didattico. Gli studenti che hanno partecipato al workshop vivono il confine italo-sloveno ogni giorno: è un confine che conoscono bene e che hanno imparato a vedere come una convenzione, una linea immaginaria che separa due cose, qualcosa di presente, ma al contempo invisibile. A loro basta camminare qualche minuto per ritrovarsi in un altro stato e fare esperienza di un’altra cultura. Ma questo confine, che oggi sembra solo una convenzione, è sporcato dal sangue versato durante tutto il Novecento. Ciò che questi ragazzi conoscono come una linea invisibile, fino ad appena trent’anni fa, era una barriera di filo spinato che divideva popoli che pensavano e vivevano in maniere completamente diverse se non addirittura opposte. Dall’inizio del Novecento fino alla fine del secolo gli abitanti del confine italo-sloveno hanno vissuto tutte le principali fratture del ventesimo secolo: dal primo conflitto mondiale, alla guerra fredda, fino alle guerre jugoslave degli anni novanta. Il workshop in questione è stato quindi pensato per permettere a questi giovani studenti di guardare in maniera più consapevole al loro stesso passato e di ragionare sul più generale tema del confine, oggi più attuale che mai, soprattutto alla luce dei recenti avvenimenti internazionali che non possono non indurre una riflessione sul tema.

Se la prima esigenza era di carattere didattico, la seconda era invece rivolta a un altro obiettivo. Nel 2018 Alessio Zerjal, cineamatore triestino e membro della minoranza slovena, decide di donare tutta la sua produzione all’associazione Kinoatelje. Si tratta di centinaia di pellicole in 8mm e super8 girate nell’arco di quasi mezzo secolo, dal 1954 fino ai primi anni Novanta. Nel corso degli anni Zerjal, per quanto si sia prodigato anche in film a soggetto e film sperimentali, si è dedicato principalmente al documentario. Ha visitato il mondo in lungo e in largo e a ogni viaggio ha dedicato un documentario: nel ’62 gira Oriente in Bosnia, incentrato sulle città di Jajce e Sarajevo, l’anno dopo gira Ohrid, film sul confine che divide Macedonia e Albania. Nel ’68 si trova in Messico dove riprende l’accensione del fuoco olimpico. Nel ’70 visita l’Uzbekistan dove registra la ricostruzione dopo il terremoto. Nel ’72 immortala le rovine di Machu Picchu. Nell’80 si trova a Mosca dove registra, per la seconda volta, l’accensione del fuoco olimpico. Nell’84 realizza La via della seta, un documentario girato in Cina con il quale tratta il tema della contaminazione culturale. Tra la seconda metà degli anni Ottanta e durante gli anni novanta gira svariati documentari in Vietnam, Tibet, Patagonia, Pakistan e infine sull’isola di Pasqua. Questi film sono stati pubblicati più volte e in varie forme; tuttavia, il fondo donato da Zerjal a Kinoatelje comprende anche una serie di materiali inediti. Durante la sua carriera da cineamatore Zerjal ha messo da parte, in una scatola etichettata “No al bilinguismo”, una serie di immagini girate prevalentemente a Trieste e sul Carso. Con questi materiali voleva creare un film, rivolto agli italiani, che trattasse storia degli sloveni. Il lavoro non venne mai concluso. Kinoatelje decide così di valorizzare questi materiali inediti e li mette a disposizione per il workshop.

La cosa è fondamentale perché il riuso di questi materiali ha permesso agli studenti di avvicinarsi ancora di più alla storia di cui si parlava poco sopra e di farlo con un approccio che ha permesso di aprire il percorso del workshop a nuove strade. Per la realizzazione del video gli studenti hanno fatto riprese di carattere documentario nei luoghi di interesse per la storia del confine italo-sloveno. Hanno fatto una profonda ricerca storica e hanno condotto una serie di interviste a persone che hanno vissuto in maniera diretta le tensioni del confine italo-sloveno. Gli studenti si sono infine trovati a dialogare con il riuso delle immagini d’archivio. Qui l’approccio non si è limitato alle tecniche del documentario. Infatti, agli studenti è stato chiesto di approcciarsi alle immagini d’archivio anche tramite le tecniche del video saggio. Quella del video saggio è una forma audiovisiva di riflessione, critica e analisi realizzata a partire dal rimontaggio dei prodotti che analizza. È una tecnica che nasce per soddisfare le più problematiche esigenze dell’attività di critica e di analisi del film. Uno dei principali problemi di queste attività è che vengono fatte in prevalenza tramite la parola scritta. Condurre delle analisi di materiali cinematografici, in questo modo, è problematico in quanto si vanno a negare le immagini in movimento, cioè il medium di riferimento. Il video saggio vuole provare a superare questo limite. Le immagini girate da Zerjal sono state quindi analizzate a fondo insieme ai ragazzi e riusate in maniera da creare nuovo significato.

La consapevolezza verso l’importanza dei materiali d’archivio audiovisivi come fonte storica è un fatto piuttosto recente. Molti storici sono ancora molto restii a confermare la validità di queste fonti, nonostante il panorama dei media, soprattutto del cinema documentario, ne abbia mostrato la potenza. Questo workshop ha avuto come obiettivo anche questo: sottolineare quanto il singolo individuo abbia potere sulle tracce della Storia. Le immagini di Zerjal dei cortei antagonisti al bilinguismo girate a Trieste portano in sé non solo la prova dell’esistenza di quanto avvenuto, ma anche una capacità comunicativa per certi versi più immediata rispetto a una fonte scritta dello stesso.

La parte introduttiva è stata strutturata ed eseguita dalla professoressa Alessandra Nardon di storia, che ha parlato ai ragazzi e le ragazze del periodo successivo alla Seconda guerra mondiale ed è entrata nello specifico della guerra fredda nella zona del confine italiano per consentire loro di avere un’adeguata base per affrontare poi l’analisi attraverso le immagini. Ha utilizzato diversi materiali, tra cui cinegiornali e telegiornali fino alle registrazioni radiofoniche, come quelle di Roosevelt. Le prime due lezioni sono state di impianto teorico. Nella prima l’attenzione si è focalizzata sulla propaganda, le caratteristiche che aveva all’epoca e di quelle che si sono conservate nel tempo, i funzionamenti e le dinamiche, gli strumenti che usa e con quale obiettivo. Nella seconda invece si è spostata al mezzo, cioè al video saggio. Si è mostrato ai ragazzi e le ragazze come si struttura, qual è la postura da assumere nel momento in cui si assembla e gli esempi validi da seguire nel momento in cui si sarebbe dovuto pensare a quello per il progetto.

La terza e quarta lezione sono entrate nel vivo della creazione del video saggio. La classe è stata divisa in gruppi, ciascuno dei quali si è occupato della ricerca di un preciso momento della storia del confine orientale, dal dominio austro-ungarico al presente. Hanno lavorato partendo da fonti scritte, raccolte dal proprio manuale scolastico, da materiali da noi consigliati e da internet, assicurandosi che quanto riportato fosse attendibile. Hanno assemblato i testi che avrebbero poi registrato e utilizzato come voice over del video saggio. Il nostro contributo in questa seconda fase era di guida e supporto nella stesura del testo, che fosse in totale sinergia con le immagini di Zerjal. Un gruppo nello specifico si è cimentato nella stesura di alcune domande da sottoporre a persone, molto spesso parenti, che hanno vissuto sulla propria pelle l’esperienza della guerra fredda nelle zone del confine orientale, per andare a costruire l’ultimo capitolo del video saggio nel quale si parla del presente. Inoltre, è stato chiesto loro di girare immagini dei luoghi di confine affinché ci fosse il punto di vista contemporaneo e dunque una continuità storica.

Completato il ciclo di lezioni in classe alcuni ragazzi si sono offerti volontari per dedicarsi agli ultimi aspetti della produzione e della postproduzione. Mentre alcuni studenti iniziavano a impostare il montaggio del video, partendo dal rimontaggio delle sequenze girate da Zerjal, altri si cimentavano nella registrazione dei voice over. Completata questa fase il video è stato concluso con il processo di postproduzione.

L’opera realizzata dai ragazzi è stata poi valorizzata il 9 maggio 2023 presso il palazzo del cinema di Gorizia dove si è tenuta la seconda edizione del convegno Oriente - Occidente, la frontiera nel cinema e nella storia. A conclusione degli interventi della mattina, dedicati agli archivi del film e all’uso delle immagini in movimento nell’educazione e nella didattica, è stato proiettato Lungo il bordo della storia, il video realizzato dagli studenti.

Il lavoro è stato molto impegnativo per gli studenti. A fronte di un'ottima cultura generale, nessuno di loro aveva mai avuto a che fare con il riuso creativo delle immagini d’archivio, fino a quel momento non avevano neanche mai sentito parlare di video saggio. Le difficoltà sono state poi superate grazie al grande impegno del gruppo e di alcuni dediti appassionati che hanno speso alcune delle loro giornate a lavorare fino a tardi per contribuire alla buona riuscita del lavoro.

Lucia Giacomazzi, classe 2001, originaria della provincia di Pordenone, ha conseguito la laurea triennale in DAMS - Discipline dell’audiovisivo dei media e dello spettacolo all’Università degli studi di Udine nel novembre 2023. Annovera fra le sue esperienze lavorative ruoli diversi in numerosi festival di letteratura e cinema, un tirocinio inerente alla gestione di sala del Kinemax di Gorizia e un periodo limitato all’interno dell’ufficio stampa e comunicazione del CSS Teatro stabile di innovazione del FVG. Ad oggi è iscritta al corso di laurea magistrale in Scienze del patrimonio audiovisivo e dell'educazione ai media dell’ateneo udinese e lavora come maschera nei Teatri Palamostre e San Giorgio di Udine.

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